Il Cevedale dalla cima dello Zufallspitze |
Regione: Trentino Alto Adige
Punto di partenza: Parcheggio "Val de la Mare" (1970 m)
Versante di salita: SE
Dislivello di salita: 1900 m
Tempo di salita: 6h e 30min
Difficoltà: EE – I – (II)
Punti di appoggio: Rifugio G. Larcher al Cevedale (2607 m)
Tipo di via: Via normale su cresta
Tipo di percorso: Traccia non segnata, solo qualche ometto
Libro di vetta: no
Autore: Nicola
Partecipanti: Mario, Sante, Nicola, Francesco
Data della salita: 29/08/2017 – 30/08/2017
ACCESSO STRADALE
Tezze sul Brenta – Trento – Cles – Cogolo – Parcheggio Centrale Malga
Mare (184 Km – 2h 58m)
DESCRIZIONE DELLA SALITA
1°
Giorno: Dal parcheggio appena sotto Malga Mare (1970 m), inizia una strada sterrata
che in breve porta alla Malga Mare (2031 m). Dietro la malga imbocchiamo
il sentiero N. 102 che sale (per circa 250 metri) inizialmente tra pini e
larici e poi, attraversando numerosi ponticelli porta ad una piana chiamata
Pian Venezia (2280 m, circa 50 minuti). Da qui vediamo già il rifugio in
lontananza e il percorso per arrivarci. Il sentiero che risale a mezza costa il
fianco destro della Val Venezia ci porta direttamente al Rifugio G. Larcher al
Cevedale (2607 m, circa 1 ora e 10 minuti – 2 ore complessive dal parcheggio).
*Non essendo ancora stanchi e avendo bisogno di fare più metri di
dislivello, abbiamo lasciato gli zaini al rifugio e ci siamo avviati verso il
Lago delle Marmotte (2704 m, circa 25 minuti dal rifugio). Da qui, seguendo una
traccia non ufficiale ma comunque ben marcata, abbiamo raggiunto la Cima Nera
(3037 m, circa 50 minuti dal lago – 1 ora e 15 minuti complessivi dal rifugio).
Dislivello (dal parcheggio al rifugio): 650 m Tempo: 2h
*Dislivello (dal rifugio alla Cima Nera): 450
m *Tempo: 1h 15min (salita), 45min (discesa)
2° Giorno: Lasciamo il rifugio alle 5:45 per iniziare la
salita alla Zufallspitze. Imbocchiamo il sentiero N. 103 che scendendo
verso nord, ci porta al fondo della valletta che conduce verso la Forcola (2577
m, circa 15 minuti). Da qui il sentiero comincia a salire prima con moderate
pendenze poi più ripidamente (alcuni tornantini) fino al Passo della Forcola
(3032m, 1 ora e 20 minuti dal rifugio).
Da qui si inizia la cresta non ufficiale ma segnata con qualche ometto qua e là. Inizialmente la cresta è larga e sale con pendenze minime tuttavia però, successivamente si fa più stretta e ripida. Una volta iniziata la cresta bisogna cercare di seguire il più possibile gli ometti e in loro assenza, cercare la via di salita più facile. Quindi, dopo il primo tratto in leggera salita, bisogna attraversare alcuni tratti tra roccioni e sfasciumi e superare brevi passaggi di primo grado.
Ad un certo punto, ci si ritrova davanti ad una paretina di 4-5 metri che è più facile da superare alla sua sinistra (II grado) e che ci riporta in cresta. Tuttavia, al ritorno ci siamo accorti che, se prima di raggiungere la breve paretina si scendeva verso il ghiacciaio per poi risalire verso la cresta, si evitava questo breve passaggio. Si prosegue verso una specie di selletta da dove inizia un tratto ripido che, grazie a vari tornantini ci permette ci salire per 200 metri (di dislivello) più velocemente.
Si riprende poi la cresta che, con alcuni sali e scendi, porta ad una seconda selletta innevata/ghiacciata (circa 3570 m). Si attraversa il tratto innevato per circa 50 metri per poi riprendere la salita (noi abbiamo attraversato questo tratto senza l'utilizzo dei ramponi). La salita riprende tra rocce e sfasciumi fino a riprendere la cresta che prosegue ancora in salita, con qualche tratto in discesa e pianeggiante fino a che non si arriva a delle placconate.
Alcune relazioni dicono di salire sulle placconate ma tuttavia, noi abbiamo preferito salire per varie roccette e gradoni in quanto meno esposte. Si giunge così al tratto di cresta terminale che si segue facendo particolare attenzione in quanto la cresta è stretta e con relativi strapiombi da entrambi i lati. Dopo questi ultimi metri raggiungiamo la cima (3757 m, 4 ore e 30 minuti dal rifugio).
Da qui si può vedere, se la giornata permette, il Vioz, il Palòn de la Mare, il Cevedale (che si può raggiungere scendendo dalla Zufall per poi risalire), il Rifugio Pizzini e Casati, Il Gran Zebrù, l'Ortles e le vette di confine.
Da qui si inizia la cresta non ufficiale ma segnata con qualche ometto qua e là. Inizialmente la cresta è larga e sale con pendenze minime tuttavia però, successivamente si fa più stretta e ripida. Una volta iniziata la cresta bisogna cercare di seguire il più possibile gli ometti e in loro assenza, cercare la via di salita più facile. Quindi, dopo il primo tratto in leggera salita, bisogna attraversare alcuni tratti tra roccioni e sfasciumi e superare brevi passaggi di primo grado.
Ad un certo punto, ci si ritrova davanti ad una paretina di 4-5 metri che è più facile da superare alla sua sinistra (II grado) e che ci riporta in cresta. Tuttavia, al ritorno ci siamo accorti che, se prima di raggiungere la breve paretina si scendeva verso il ghiacciaio per poi risalire verso la cresta, si evitava questo breve passaggio. Si prosegue verso una specie di selletta da dove inizia un tratto ripido che, grazie a vari tornantini ci permette ci salire per 200 metri (di dislivello) più velocemente.
Si riprende poi la cresta che, con alcuni sali e scendi, porta ad una seconda selletta innevata/ghiacciata (circa 3570 m). Si attraversa il tratto innevato per circa 50 metri per poi riprendere la salita (noi abbiamo attraversato questo tratto senza l'utilizzo dei ramponi). La salita riprende tra rocce e sfasciumi fino a riprendere la cresta che prosegue ancora in salita, con qualche tratto in discesa e pianeggiante fino a che non si arriva a delle placconate.
Alcune relazioni dicono di salire sulle placconate ma tuttavia, noi abbiamo preferito salire per varie roccette e gradoni in quanto meno esposte. Si giunge così al tratto di cresta terminale che si segue facendo particolare attenzione in quanto la cresta è stretta e con relativi strapiombi da entrambi i lati. Dopo questi ultimi metri raggiungiamo la cima (3757 m, 4 ore e 30 minuti dal rifugio).
Da qui si può vedere, se la giornata permette, il Vioz, il Palòn de la Mare, il Cevedale (che si può raggiungere scendendo dalla Zufall per poi risalire), il Rifugio Pizzini e Casati, Il Gran Zebrù, l'Ortles e le vette di confine.
Dislivello (dal rifugio al Passo della
Forcola): 450 m Tempo: 1h 20min
Dislivello (dal Passo della Forcola alla
cima): 800 m Tempo: 3h 10min
DISCESA
Si fa rientro al parcheggio per la stessa via di salita.
Tempo (dalla cima al rifugio): 3h 50min
Tempo (dal rifugio al parcheggio): 1h 30min
NOTE E COMMENTI
La via
di salita alla Zufallspitze non è difficile ma tuttavia non bisogna
sottovalutarla in quanto si raggiunge una quota elevata e l'intero percorso è
lungo. Per quanto riguarda la cresta bisogna non soffrire assolutamente di
vertigini e avere passo sicuro.
Dobbiamo fare i complimenti invece ai rifugisti, sempre molto
disponibili a qualunque richiesta, e al rifugio che è fantastico, comodo e con
un'ottima cucina.
Per quanto riguarda la rete telefonica, il cellulare prende solamente
e a tratti nella cresta che dal Passo della Forcola porta alla vetta.
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